Il disturbo schizoide di personalità è caratterizzato dalla mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani. Le persone con tratti di personalità schizoide sono in grado di mantenere relazioni comunicative formali o superficiali ed evitano il coinvolgimento in relazioni intime e profonde.
Nel DSM V, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo schizoide viene definito come “un pattern pervasivo di distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di espressioni emotive in situazioni interpersonali, che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in svariati contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi”:
1) non desidera né prova piacere nelle relazioni affettive, incluso il far parte di una famiglia;
2) quasi sempre sceglie attività individuali;
3) dimostra poco o nessun interesse di avere esperienze sessuali con un’altra persona;
4) prova piacere in poche o nessuna attività;
5) non ha amici stretti o confidenti, eccetto i parenti di primo grado;
6) sembra indifferente alle lodi o alle critiche degli altri;
7) mostra freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita
Vivendo in un proprio mondo, chiuso nel proprio guscio, il soggetto schizoide presenta un senso di se stesso fortemente e profondamente affetto da incertezza e solitudine e il suo comportamento è caratterizzato da rifiuto, indifferenza o disprezzo.
Tali persone possono apparire normali nel funzionamento in un contesto lavorativo o abituale, ma hanno enormi difficoltà nel comportamento spontaneo e nell’espressione di sè e dei propri vissuti.
Il soggetto non riesce a trarre piacere dalla realtà esterna, né a percepirsi come pienamente esistente nel mondo e percepisce una mancanza di vuoto e senso nella propria esistenza.
Indifferente alle opportunità di stabilire relazioni strette, non sembra trarre molta soddisfazione dal far parte di una famiglia o di un altro gruppo sociale optando per la solitudine, l’isolamento e il ritiro.
Incurante di cosa possono pensare gli altri, può risultare ignaro di fronte alle sottigliezze dell’interazione sociale e quindi assorbito da se stesso.
Raramente ricambia gesti o espressioni del volto come per esempio i sorrisi, apparendo freddo e distaccato o poco influenzabile.
Caratterizzato dal fatto di vivere spesso ai margini della società, il suo isolamento può condurre gli altri a rammaricarsi e a cercare di stabilire un contatto, ma spesso questi tentativi falliscono e la gente rinuncia, dopo essere stata ripetutamente respinta, rinforzando la solitudine e la mancanza di legami.
All’apparenza il soggetto appare distaccato, autosufficiente, distratto, disinteressato, asessuato e radicalmente morale, mentre “segretamente” è estremamente sensibile, emotivamente bisognoso, molto attento, creativo, spesso perverso e corruttibile.
Le cause di questo disturbo possono essere fatte risalire ad una significativa inadeguatezza delle cure materne nelle primissime fasi dell’infanzia.
Il bambino, percependo il rifiuto e l’indifferenza della madre sin dalle prime fasi della sua esistenza, si trova intrappolato nel conflitto tra il bisogno della relazione e il terrore che tale bisogno possa danneggiarlo. Tale dilemma fa si che il paziente schizoide oscilli tra il timore di tenere gli altri lontani e la paura che gli altri lo possano distruggere.
La conseguenza è che tutte le relazioni sono vissute come pericolose e come tali sono da evitare e il terrore dell’abbandono, della persecuzione e della disintegrazione è costante.
L’amore, il legame e le relazioni portano alla fusione con l’altro e dunque alla percezione della perdita della propria identità e della distruzione dell’oggetto d’amore.
In tal senso, il ritiro e l’isolamento sono l’unico modo che il soggetto trova per salvaguardare se stesso.
Tali pazienti possono essere aiutati con la psicoterapia individuale: poiché la preoccupazione per le richieste interazionali di un setting di gruppo produce di solito una notevole quota d’ansia, la maggior parte di questi pazienti si sentirà più a suo agio cominciando con un processo individuale.
La moderna letteratura sulla psicoterapia dei disturbi schizoidi suggerisce che il meccanismo dell’azione terapeutica è essenzialmente l’introiezione di una relazione terapeutica, che rinforzi la possibilità di espressione di sè e dei propri vissuti all’interno di un “grembo” rassicurante che sciolga il congelamento e la paralisi delle relazioni oggettuali interne ed offra al paziente la possibilità di “stare” nel legame senza venire distrutto da esso.