Dott.ssa Benedetta Mulas
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Il Disturbo Dipendente di Personalità è caratterizzato da un eccessivo ed esagerato bisogno di essere accudito che si esprime con un comportamento sottomesso.
I criteri diagnostici che il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV TR) individua per tale disturbo sono i seguenti:
Una situazione pervasiva ed eccessiva di necessità di essere accuditi, che determina comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione, che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
Il soggetto che soffre di tale disturbo chiede continue rassicurazioni e consigli su decisioni che riguardano la propria vita e la propria quotidianità e che da solo è incapace o ha grandi difficoltà a prendere.
Mostra una grande sfiducia rispetto alle proprie risorse e capacità e non riesce a portare a termine o continuare un progetto o una scelta in modo autonomo; pur di ottenere il supporto, la guida e la vicinanza di altri è capace di compiere o mettere in atto anche azioni sgradevoli, di avere un atteggiamento sottomesso anche se non condivide qualcosa e vive nel continuo timore che l’altro lo “lasci a se stesso”.
La persona con personalità dipendente non riesce a “funzionare” in modo adeguato se non è rassicurato rispetto ad ogni cosa che fa o sceglie di fare.
Spesso la personalità dipendente viene diagnosticata in concomitanza di un disturbo d’ansia o depressivo, o viene associato ad altre tipologie di disturbi di personalità come quello borderline o istrionico.
Nella storia familiare dei soggetti con personalità dipendente, troviamo spesso atteggiamenti genitoriali di disapprovazione o caratterizzati da minacce di perdita dell’affetto o di abbandono o ancora da manovre seduttive e insidiose ricompense al fine di mantenere l’individuo legato a sè. Un altro atteggiamento familiare comune nella storia delle personalità dipendenti è la trasmissione da parte delle figure di riferimento del messaggio secondo cui il mondo esterno sarebbe pericoloso e che solo all’interno della famiglia e coi propri cari si è davvero al sicuro.
Tutto questo determina ovviamente nel bambino, nel ragazzo e infine nell’adulto un blocco totale nel percorso di crescita verso l’indipendenza e l’autonomia e nel processo di individuazione e di separazione dalla propria famiglia, e la necessità continua della presenza di qualcuno di esterno per poter sentire una sicurezza interiore.
Il trattamento consigliato è di tipo psicoterapeutico e ha come obiettivo principale e fondamentale consentire al paziente di portare a termine il processo di separazione e di sviluppare la propria capacità di autonomia e la fiducia nelle proprie risorse e capacità.
E’ importante che, all’interno della relazione terapeutica, il paziente impari a entrare in contatto con i suoi veri desideri, con le risorse che ha a disposizione, con i suoi bisogni e con le sue necessità e inizi a esprimerle prima e a mettere in atto i giusti comportamenti per realizzarle poi.
Attraverso la relazione con il terapeuta e l’esplorazione dei suoi vissuti e delle sue emozioni nel “qui e ora” della terapia, la persona potrà man mano sviluppare le proprie capacità decisionali, migliorare la sua autostima e favorire l’affermazione del suo “vero Sè”.
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