Dott.ssa Benedetta Mulas
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Il Disturbo Acuto da Stress (o ASD, Acute Stress Disorder) è una sindrome clinica acuta che può essere conseguente al coinvolgimento del paziente in eventi traumatici. Di solito si presenta dopo che la vittima è stata esposta a morte reale o minaccia di morte, a una lesione grave o a una violenza sessuale, sia in prima persona che per essere venuta a conoscenza di un evento traumatico accaduto a una persona vicina.
Il rischio di ASD è più elevato a seconda della gravità oggettiva dell’evento, della sua durata, del grado di coinvolgimento del soggetto e della sua predisposizione. Maggiore è la vicinanza fisica o il coinvolgimento diretto del soggetto verso la sorgente del trauma, maggiore è la probabilità che si sviluppi la sindrome.
La differenza principale tra il disturbo acuto da stress e il disturbo post traumatico da stress (PTSD), è che il disturbo acuto da stress in genere si verifica dopo circa 48 ore dall’evento traumatico, e può durare da tre giorni ad un mese. Qualora allo scadere del mese dovesse persistere la sintomatologia, si passa alla diagnosi di PTSD. Solitamente però, la maggior parte delle persone, anche se si trova a subire dei traumi, presenta normali conseguenze emotive passeggere che raramente si trasformano in un vero e proprio disturbo acuto da stress o disturbo post-traumatico.
La sintomatologia di base dell’ASD è simile a quella del PTSD, ma presenta con esso fondamentali differenze. Infatti nel disturbo acuto da stress possiamo evidenziare una presenza maggioritaria di sintomatologie di tipo dissociativo, stordimento e confusione.
Nello specifico i sintomi sperimentati dalla vittima possono essere suddivisi in 5 categorie:
– sintomi d’intrusione;
– improvvisi e ricorrenti flashback con realistica percezione di rivivere l’evento traumatico;
– umore negativo –
– incapacità di provare emozioni positive;
– sintomi dissociativi: alterato senso di realtà relativo alla percezione di se stessi o dell’ambiente circostante per cui l’individuo può percepire il mondo come irreale o come un sogno e incapacità di ricordare alcuni elementi relativi all’evento traumatico;
– sintomi di evitamento: tentativi di evitamento di ricordi spiacevoli, pensieri ed emozioni relativi all’evento scatenante o di tutto ciò che può innescare ricordi che lo riguardino.Questo può significare evitare persone, conversazioni, o altre situazioni ad esso associate in quanto causa di disagio e ansia;
– sintomi di attivazione fisiologica: disturbi del sonno, comportamento irritabile e attacchi di rabbia verso persone o oggetti, eccessiva vigilanza ed esagerate risposte di allarme , problemi di concentrazione
Relativamente ai sintomi dissociativi che, come già detto, distinguono questa patologia dal disturbo post traumatico da stress, possiamo evidenziare derealizzazione, depersonalizzazione e amnesia dissociativa. In generale la dissociazione così come l’evitamento, sono una difesa che l’individuo utilizza come risposta a un’esperienza molto forte e traumatizzante per evitare il dolore.
I sintomi fisici, invece, sono principalmente palpitazioni, nausea, dolore toracico, mal di testa, dolori addominali e difficoltà respiratorie.
La persona colpita da questo disturbo spesso si rifugia nell’abuso di alcool, droga e farmaci e tende a provare forti sensi di colpa per quello che è successo o per come ha agito durante l’evento (per esempio per non essere riuscita ad evitare il fatto, per essere rimasta incolume o per non aver aiutato gli altri). La maggior parte delle volte però questi sensi di colpa sono del tutto esagerati o comunque non congrui con gli accadimenti reali.
L’ASD viene gestito sia con approcci psicologico-clinici che, molto raramente, farmacologici. Generalmente la terapia farmacologica si intraprende solo per i casi più gravi e persistenti che non hanno trovato soluzione con l’intervento psicologico-psicoterapeutico. La risposta dell’individuo all’evento traumatico è di vitale importanza per trovare un trattamento appropriato perché prima di tutto rende possibile conoscere meglio il funzionamento interno del soggetto, e, in secondo luogo, dà informazioni su come i suoi schemi disfunzionali si articolino per evitare di affrontare l’esperienza dolorosa. Per questo è fondamentale tenere conto della specificità della persona in tal senso perché questo potrà permettere un intervento tempestivo ed efficace che eviterà il presentarsi di PTSD in seguito. Attraverso un percorso di lavoro su se stesso, la persona affetta da questo disturbo può recuperare equilibrio psicofisico e serenità, trasformando le emozioni indigeribili legate al trauma in una elaborazione sana dello stesso e ritrovando così la possibilità di un contatto positivo e fiducioso con se stesso e col mondo che ha intorno .
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