Dott.ssa Benedetta Mulas
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Nella vita di tutti i giorni emerge la naturale tendenza ad attribuire un significato intenzionale a ogni gesto o forma di comunicazione. Ciò nonostante, frequentemente alcune azioni comportamentali o parole dette apparentemente per caso o per errore nascondono in realtà un significato radicato nel profondo, che ci permette di far emergere importanti tematiche legate all’inconscio individuale attraverso lapsus o atti mancati.
Atti casuali o mancati: caratteristiche e differenze
Freud ha fornito un importante contributo allo studio degli atti mancati, delineando le caratteristiche e le differenze che li distinguono dagli atti casuali. Secondo il padre della psicoanalisi questi ultimi sono rappresentati da azioni attuate per caso che rispondono a caratteristiche specifiche. Solitamente gli atti casuali non coinvolgono eccessivamente l’attenzione degli altri e sono seguiti da effetti poco rilevanti. Si tratta di azioni come il giocherellare con i capelli o lo scarabocchiare che si ripresentano durante specifiche attività secondo un ritmo ciclico, ovvero si ripresentano come parte della stessa in modo costante.
Diversamente, gli atti mancati rappresentano secondo Freud tipiche manifestazioni dell’inconscio nei quali rientrano il dimenticare improvvisamente informazioni consolidate come l’uscita dell’autostrada per tornare a casa, il nome di persone a noi vicine, oltre a lapsus verbali, errori di scrittura o lo smarrimento di oggetti. Secondo lo psicoanalista austriaco gli atti mancati possiedono un valore sintomatico poiché la loro espressione è attivata dalla presenza di un conflitto tra l’intenzione cosciente e la pulsione rimossa. La loro analisi svolta con l’aiuto di uno psicoterapeuta può aiutare la persona a notare come questi ultimi emergono in momenti precisi caratterizzati da una ridotta sorveglianza dell’Io che consente alla pulsione rimossa di esprimere il contenuto inconscio mediante il comportamento pragmatico o la comunicazione verbale.
Il linguaggio dell’inconscio nella vita quotidiana
La psicoterapia si configura come uno strumento d’elezione per analizzare gli atti mancati rintracciandone le ragioni e i contenuti inconsci alla loro base. Si tratta di fenomeni estremamente comuni che solitamente tendiamo ad etichettare come semplici distrazioni o come movimenti goffi causati dalla stanchezza o dallo stress. Ciò vale soprattutto nel caso dei lapsus, che consistono nell’utilizzo improprio di parole non dovuto a ignoranza o mancanza temporanea di attenzione.
I lapsus sono solitamente etichettati come condotte socialmente inadatte e possono emergere nella comunicazione orale, in quella scritta e durante la lettura mediante scambio di parole o omissione di termini.
Spesso lo scambio di parole viene effettuato con termini che presentano una qualche somiglianza con il concetto che si desidera esprimere. La reazione comune è il chiedere scusa in quanto si tende a identificare i lapsus come semplice gaffe, ignorando completamente la presenza del conflitto e i bisogni connessi che ne hanno determinato la comparsa.
Nella vita quotidiana il linguaggio dell’inconscio può manifestarsi secondo modalità differenti proprio perché connesse a contenuti individuali che trovano espressione in particolari momenti, elemento che rende difficile farne autonomamente un’analisi accurata. Un esempio di atto mancato può essere quello di rivolgersi a una persona con il nome di un’altra: ciò avviene in quanto richiamare i nomi personali significa attingere alla memoria, ossia a un sistema psichico dinamico nel quale il ricordare non avviene semplicemente recuperando il materiale immagazzinato ma ricostruendolo di volta in volta. Ogni singolo ricordo è associato ad altri mediante legami di diverso tipo e l’analisi dei lapsus così come di altri atti mancati può aiutare la persona a riportare a galla tali associazioni. Si tratta di un percorso utile in quanto consente di porre l’accento su contenuti che diversamente resterebbero sommersi. La psicoterapia risulta un mezzo particolarmente efficace proprio a causa della naturale tendenza a sommergere i ricordi più dolorosi e a ignorare la vera natura degli atti mancati. Alcuni di questi contenuti possono emergere attraverso la postura e la comunicazione non verbale, spesso strettamente connessi con la natura del bisogno represso che ne rafforzano l’espressione.
Un altro esempio può essere quello di dimenticare il biglietto del treno nonostante la persona abbia dedicato una buona parte del proprio tempo alla pianificazione del viaggio. L’elemento più curioso e più difficile da identificare è strettamente connesso ai bisogni della persona in quel preciso momento della propria vita, di cui la psicoterapia può offrire una valida chiave di lettura. Ad esempio l’atto mancato di dimenticare il biglietto del treno può celare, per un manager, un bisogno nettamente distinto rispetto a una giovane sposa in procinto di partire per il viaggio di nozze.
Considerata la natura degli atti mancati, la loro indagine con il sostegno di uno psicoterapeuta può aiutare la persona a ridefinire il significato di eventi che diversamente non verrebbero presi in considerazione, estendendo il materiale di lavoro psicoterapico anche al non detto e non solo ai contenuti portati in seduta in modo consapevole. Spesso bastano poche sedute per rintracciare assieme al paziente l’intenzione alla base degli atti mancati: obiettivi che in realtà quest’ultimo trova pienamente familiari una volta individuato l’anello mancante tra azione e bisogni individuali nascosti favorendo una maggiore consapevolezza di sé.
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