Dott.ssa Benedetta Mulas
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Disturbi Somatoformi (Disturbo di Somatizzazione, Ipocondria, Disturbo di Conversione, Disturbo Algico, Disturbo da Dismorfismo Corporeo) rientrano nell’ambito delle nevrosi e hanno in comune il fatto che il disagio e la sofferenza psichici vengono espressi dal soggetto che ne è vittima attraverso disturbi che hanno a che fare con il corpo.
Essi derivano dall’incapacità del soggetto di elaborare il conflitto nevrotico e di accettarlo in maniera cosciente e dunque dallo spostamento del conflitto stesso sul piano corporeo.
I Disturbi Somatoformi possono avere diversi livelli di gravità e sono tanto più gravi quanto più il tema conflittuale non è simbolizzabile o accettabile dalla struttura di personalità del soggetto.
Il soggetto che è vittima di tale disturbo, infatti, non ha la capacità di simbolizzare a livello mentale e conscio il conflitto e, per evitare di entrare in contatto con esso, lo sposta sul piano fisico.
Tra i Disturbi Somatoformi più frequenti, c’è l’Ipocondria.
IPOCONDRIA
L’Ipocondria è un disturbo caratterizzato dalla continua paura di ammalarsi o dalla convinzione di essere vittima o di aver contratto una grave malattia.
Tale convincimento del soggetto è presente da almeno sei mesi di tempo e si basa sulla errata interpretazione dei segnali corporei o dei propri sintomi fisici, per cui ad esempio un piccolo dolore al petto o al braccio sinistro viene immediatamente considerato come un principio di infarto. La preoccupazione può essere riferita a numerosi organi o apparati, anche contemporaneamente.
In genere, le paure di chi è vittima di ipocondria si “concentrano” su malattie socialmente diffuse, come tumori o virus dell’HIV o infarti.
La paura o la convinzione di potersi ammalare o di essere malati persistono nonostante gli esami clinici e medici a cui l’ipocondriaco si sottopone di frequente non individuino nessuna patologia o disturbo e nonostante le rassicurazioni dei medici.
Tali paure divengono spesso per il soggetto una parte importante di sé e la malattia o il terrore di essa o il rapporto con il proprio medico un frequente argomento di conversazione.
I soggetti ipocondriaci sono convinti di non ricevere un adeguato trattamento dal punto di vista medico e possono opporsi con tenacia alla sollecitazione di rivolgersi a psicologi o psichiatri.
Le relazioni sociali, la vita familiare e le prestazioni lavorative possono venire disturbate dalle preoccupazioni continue del soggetto e dal suo continuo sottoporsi ad accertamenti medici.
Spesso, nella storia familiare dell’ipocondriaco, sono presenti esperienze pregresse di malattie di un membro della famiglia o morte di uno di essi proprio a causa di malattia.
L’ipocondria può comparire a qualsiasi età, ma statisticamente compare più frequentemente in età adulta e risulta distribuita in modo equo sia nei soggetti maschi che femmine.
Il trattamento consigliato per l’ipocondria è di tipo psicoterapeutico.
E’ importante esplorare, all’interno della relazione terapeutica, quale conflitto viene espresso a livello somatico ossia i bisogni e le pulsioni che il soggetto esprime attraverso un meccanismo di difesa solo attraverso i sintomi fisici.
E’ importante aiutare il paziente a diventare consapevole e a comprendere cosa simboleggi per lui la malattia o le malattie temute, che tipo di significato venga attribuito alla malattia all’interno del sistema familiare e quali vantaggi secondari egli ottenga dal sentirsi e mostrarsi agli altri come malato.
Occorre quindi indagare e esplorare quali bisogni, sentimenti, emozioni il soggetto stia esprimendo attraverso la sua preoccupazione per la salute fisica e se la malattia stia simboleggiando eventuali sentimenti autodistruttivi al fine di favorire la consapevolezza, la simbolizzazione e la rielaborazione del conflitto sottostante.
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