Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

Specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo

 

Dott.ssa Benedetta Mulas

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Gli eventi critici del ciclo di vita familiare

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Eventi ed esperienze quotidiane influenzano la nostra sfera personale rimodellando l’identità individuale. In un’ottica sistemica lo stesso avviene a livello familiare, dove particolari stimoli ed accadimenti esterni hanno la funzione di richiamare il ruolo di tutti i membri allo scopo di favorire l’adattamento necessario ad affrontare i cambiamenti nel corso di vita salvaguardando l’intero sistema.

La storia evolutiva familiare: tra crescita e fattori scatenanti

La psicoterapia sistemica interpreta la famiglia come un insieme in costante divenire. Tale insieme attraversa una serie di tappe che vanno a costituire la propria storia evolutiva, ciascuna delle quali si accompagna a specifiche funzioni e compiti evolutivi. Per superare i vari stadi il sistema familiare è chiamato a fronteggiare eventi critici di varia natura che spingono i singoli membri a rinegoziare i ruoli e le funzioni svolte, nonché a riorganizzare l’intero sistema.

Gli eventi critici prevedono uno stadio iniziale di crisi che rompe gli equilibri costruiti in precedenza e fa sì che la famiglia entri in una fase di transizione, seguita dal suo superamento e dunque dalla riorganizzazione del sistema o, diversamente dalla sua destrutturazione. Gli eventi critici possono essere normativi, ovvero legati al normale ciclo di vita del nucleo familiare o paranormativi. Rientrano nella seconda categoria tutti quegli avvenimenti che non possono essere previsti, quali l’insorgenza di una malattia improvvisa, la perdita del lavoro o la morte di uno dei membri del sistema.

Gli eventi critici nella storia familiare: fasi e compiti evolutivi

La psicoterapia può aiutare la persona e l’intero sistema familiare favorendo le condizioni necessarie a superare con successo i compiti evolutivi di ogni fase evolutiva. Ciò vale soprattutto nei casi in cui il sistema è chiamato ad affrontare più eventi critici in contemporanea come avviene nel caso della doppia separazione, ovvero quando la compresenza della separazione della coppia genitoriale e la fase adolescenziale dei figli. In ottica sistemica il ciclo di vita familiare inizia con una prima fase che coincide con la formazione della coppia coniugale, che secondo tale approccio va interpretata come la nascita di un sistema che non coinvolge esclusivamente le singole parti, ma le rispettive storie di vita e una terza componente, il “noi”.

Il “noi” include, oltre alla storia personale dei singoli membri, il modello di coppia da essi interiorizzato e le reciproche aspettative nei confronti dell’altro e della diade: tutti elementi fortemente influenzati dalle famiglie di origine. L’evento critico del primo stadio riguarda la formazione dell’unione di coppia ed il suo superamento richiede di affrontare tre diversi compiti evolutivi. Il primo riguarda la costruzione dell’identità coniugale ed è influenzato dall’insieme di credenze e aspettative legate all’idea di coppia; il secondo impone ai due di conoscere ed accettare le differenze reciproche e, infine, imparare a distaccarsi dalle famiglie di origine differenziandosi come unità a parte. In psicoterapia è possibile facilitare il superamento di tali compiti esplorando le modalità comunicative della coppia, accompagnando entrambi i coniugi nella scoperta delle differenze che li contraddistinguono al fine di favorire la co-costruzione di un legame empatico e fiduciario. Il fine ultimo è quello di salvaguardare l’identità dei singoli e della diade, differenziandola dalla famiglia di origine senza sganciarsi affettivamente da essa.

La nascita del primo figlio rappresenta l’evento critico che accompagna la neofamiglia nel secondo stadio del ciclo di vita. In questa fase il sistema è chiamato ad affrontare il delicato passaggio dall’identità coniugale a quella genitoriale, innescando una trasformazione che, a differenza della prima, è permanente. Ciò accade in quanto, sebbene la coppia coniugale possa sciogliersi in qualsiasi momento, non vale lo stesso per l’identità genitoriale che viene mantenuta nel tempo.

In questa fase il percorso psicoterapico può aiutare i partner nel superamento di compiti evolutivi come il bisogno di rielaborare la propria visione di relazione coniugale in termini di funzione genitoriale. L’arrivo di un figlio, infatti, è sempre associato alla nascita di due genitori e alla costruzione di ruoli e funzioni differenziate. In questa fase lo psicologo può facilitare la coppia attraverso interventi mirati al sostegno alla genitorialità, che oltre ai piccoli conflitti quotidiani legati alla cura del neoarrivato spesso includono il superamento e la rinegoziazione delle posizioni di partenza rispetto alle rispettive famiglie di origine. Ciò può tornare utile soprattutto per migliorare le funzioni svolte dai tre sottosistemi familiari: quello coniugale al fine di aumentare complicità e sostegno affettivo, quello genitoriale e il sottosistema filiare, avente lo scopo di creare condizioni adatte a favorire le relazioni tra pari.

Adolescenza e autonomia individuale: la psicoterapia tra evoluzione e adattamento

La terza fase è scandita da un nuovo evento critico: il raggiungimento della fase adolescenziale del figlio. Si tratta di un momento particolare, caratterizzato da tentativi più o meno marcati agiti da quest’ultimo di differenziarsi dalla famiglia di origine. L’equilibrio faticosamente costruito in precedenza viene ora stravolto dal cambiamento evolutivo dell’adolescente, legato al desiderio di esplorazione e all’espressione di tratti di personalità propri e in divenire. Il processo di separazione-individuazione si associa a un altro compito evolutivo che compare in contemporanea ed è rappresentato dalla crisi dell’età di mezzo dei genitori. Questi ultimi sono chiamati ad affrontare il cambiamento non solo rispetto al rapporto con i figli, ma anche a livello fisiologico ed intrapsichico, accettando i segni del tempo legati all’avanzare dell’età e, in particolare, all’andropausa e alla menopausa. Anche i figli sono chiamati a riorganizzare i propri ruoli e le funzioni rispetto al bisogno di differenziarsi dal nucleo familiare di origine ed esprimere la propria identità mantenendo un legame affettivo e comunicativo con i genitori.

La quarta fase è segnata dal raggiungimento dell’autonomia del figlio e del suo progressivo distacco. L’abbandono delle mura domestiche causa nei genitori un senso di tristezza e disagio che, se non adeguatamente affrontato, può dare luce alla cosiddetta sindrome del nido vuoto.

I compiti evolutivi dei figli sono rappresentati dalla costruzione di una vita professionale ed affettiva propria, mentre quelli genitoriali implicano la riorganizzazione dell’identità coniugale e la riscoperta dell’altro come partner. La psicoterapia familiare può aiutare la diade genitoriale aiutandola a re-incanalare energie e tempo libero sulla coppia, a riscoprire le risorse della vita a due e a stabilire un rapporto paritario con i figli. Inoltre, sempre più frequentemente tale stadio coincide anche con l’accudimento dei genitori anziani, elemento che può dar luce a disagi e conflitti difficili da superare.

La quinta e ultima fase è segnata da eventi critici come il raggiungimento del pensionamento, l’insorgenza di malattie, il diventare nonni o il dover affrontare la perdita del coniuge. In questo stadio il sistema è chiamato a far fronte alle vulnerabilità legate all’età anziana ma, allo stesso tempo, è sorretto dalle risorse relazionali acquisite grazie all’evoluzione del nucleo familiare. In particolare in questa fase i rapporti di tutti i sottosistemi sono fortemente influenzati dalle scelte e dalla storia evolutiva che hanno attraversato. Sul piano coniugale i genitori sono chiamati a reinvestire sulla coppia fronteggiando condizioni di vulnerabilità dell’altro, da eventuali malattie alla sua perdita, mentre a livello genitoriale attraversano una nuova trasformazione caratterizzata dalla cura dei nipoti. Per i figli i compiti evolutivi tipici di questa fase sono rappresentati dal ribaltamento del proprio ruolo di origine e dal passaggio dall’attaccamento all’accudimento dei propri genitori: transizione che spesso riflette le abilità interiorizzate da questi ultimi in termini di sostegno, vicinanza affettiva e guida per l’altro.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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