Dott.ssa Benedetta Mulas
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La letteratura scientifica ha dimostrato come la struttura identitaria di ciascuno di noi vada a costituirsi attraverso il superamento di una serie di fasi evolutive. In particolare Freud, nella sua teoria dello sviluppo psicosessuale, ha apportato un interessante contributo ponendo l’accento sul conflitto alla base del complesso edipico e sull’influenza che quest’ultimo esercita sulla personalità individuale, con caratteristiche che possono permanere anche in età adulta.
La strutturazione della personalità tra conflitto interno e relazioni interpersonali
Secondo il modello psicoanalitico la personalità rappresenta il punto di equilibrio che la persona raggiunge attraverso le dinamiche conflittuali che caratterizzano l’Es e il Super Io. Con il primo termine Freud si riferisce al principio di piacere, assunto in base al quale ogni bambino possiede un’elevata energia erotica, o libido, che preme per essere scaricata.
Lo sviluppo psicosessuale vede il superamento delle varie fasi attraverso lo spostamento della libido su diverse zone erogene che corrispondono ad altrettanti punti di equilibrio che la persona raggiunge. Il Super Io si contrappone all’Es in quanto rappresenta la componente morale che, man mano che la personalità si struttura, viene interiorizzata attraverso l’inclusione dell’insieme di regole e norme comportamentali da seguire.
È dal conflitto tra le spinte istintuali dell’Es e i divieti del Super Io che si costituisce l’Io, il principio di realtà, funzione psichica che media le due tendenze determinando la personalità dell’individuo e gli stati mentali funzionali o patologici.
Complesso edipico e personalità
Sebbene il conflitto tra le suddette istanze mentali sia costantemente attivo, Freud ha evidenziato come le prime fasi di vita contribuiscono a gettare le basi per la formazione della personalità. Lo sviluppo della personalità avviene dunque gradualmente, mediante lo spostamento della libido da una zona erogena all’altra e procede durante tutto lo stadio infantile, ma raggiunge il culmine durante la fase genitale.
La fase genitale si colloca durante l’adolescenza ed è caratterizzata dal superamento dello stadio egocentrico tipico dell’età infantile e dalla ricerca di relazioni eterodirette, che pongono l’individuo in contatto con l’altro favorendo la reciprocità interpersonale. È nello stadio precedente che fa la sua comparsa il complesso edipico, concetto che Freud ha utilizzato per descrivere la natura conflittuale della formazione della personalità. Assunto centrale della teoria freudiana è che il superamento dei vari stadi sia tutt’altro che automatico: la formazione della personalità è influenzata dalla risoluzione delle crisi evolutive e in particolare del complesso edipico.
Si tratta di uno step necessario in quanto consente alla persona di superare la fase fallica ed entrare in quella genitale che segna l’ingresso nell’età adulta. Il mancato superamento di questo traguardo può influenzare la personalità individuale, portando la persona a fissarsi su stadi precedenti caratterizzati dall’immaturità cognitiva ed emotiva tipica della personalità fallica che le impediscono una piena sintonizzazione con sé e con l’altro.
La risoluzione positiva del complesso edipico richiede che il bambino rinunci all’investimento oggettuale sulla madre e superi l’ambivalenza affettiva nutrita verso il genitore del sesso opposto. Il superamento del complesso edipico è reso possibile, nella sua accezione positiva, mediante l’identificazione con la figura paterna. Ciò rappresenta uno dei punti cardine nello sviluppo della personalità individuale in quanto tale identificazione consente al bambino di interiorizzare i valori trasmessi dal padre.
Le innumerevoli sfumature che possono caratterizzare questo processo rappresentano un tema centrale nel lavoro psicoterapico poiché influiscono sulla formazione del Super Io del bambino. Ciò avviene in quanto il complesso edipico rappresenta una crisi evolutiva che porta la persona a sperimentare un’elevata frustrazione che trova risoluzione con l’interiorizzazione del divieto. Si tratta di una fase determinante nella costruzione dell’Io che influenzerà la personalità adulta e le modalità di gestione del conflitto tra pulsioni e norme sociali e morali.
Complesso edipico e funzionamento individuale
Nella vita quotidiana il modo in cui la persona ha superato il complesso edipico influenza fortemente la vita intrapsichica e interpersonale in quanto tale crisi contribuisce alla formazione di altre componenti alla base della personalità come l’identità di genere. In tale senso la mancata risoluzione del conflitto edipico può esporre la persona a sperimentare, in adolescenza come in età adulta, difficoltà nella rappresentazione dell’immagine personale e all’attivazione costante e rigida di meccanismi di difesa che non sono in grado di rispondere ai reali bisogni individuali, proprio a causa dell’interiorizzazione di un’immagine di sé distorta.
Il complesso edipico influenza la personalità non solo a livello individuale ma anche e soprattutto in quello relazionale. Ciò avviene in quanto il superamento del complesso favorisce la costruzione di un Super Io in grado di fare propri divieti e norme morali alla base delle relazioni interpersonali, permettendo alla persona di acquisire strumenti preziosi legati alla rappresentazione dei confini tra sé e l’altro e alla gestione dei limiti legati alla sfera sociale.
Lo stesso processo interessa il funzionamento individuale e interpersonale anche a livello di coppia e il mancato superamento del complesso edipico può sfociare, in età adulta, nella strutturazione di una personalità caratterizzata dall’onnipotenza egocentrica tipica dell’età infantile.
Ciò può portarla a sperimentare problematiche di varia intensità fino alla comparsa di disturbi di personalità come quello narcisistico, incluso episodi depressivi e ambivalenza affettiva. In età adulta il disagio può manifestarsi mediante difficoltà nell’autoregolazione emotiva ad esempio sperimentando una costante rabbia repressa, nella tendenza a idealizzare l’altro, nella comparsa di problematiche legate alla sfera comunicativa o sessuale. Il percorso psicoterapico può agire positivamente in tale senso fornendo alla persona gli strumenti per il superamento di tale crisi evolutiva attraverso un lavoro sinergico in grado di aumentare il senso di realtà e di superare l’onnipotenza egocentrica che caratterizza le prime fasi di vita.
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