Dott.ssa Benedetta Mulas
Via Mameli 49, Cagliari
Tel. +39 349 66 03 960
Il complesso di Edipo e quello di Elettra rappresentano due capisaldi della teoria freudiana e junghiana che trova tutt’ora applicazione negli attuali percorsi di psicoterapia. Il principale contributo fornito dai due è incentrato sui processi mentali dinamici che si attivano durante lo sviluppo infantile influenzando il rapporto con i genitori e, successivamente, le relazioni interpersonali in età adulta.
La visione freudiana del complesso edipico
Il complesso edipico è una nozione elaborata da Sigmund Freud, la cui etimologia rimanda al personaggio mitologico descritto nell’Edipo re di Sofocle. Con questa nozione il padre della psicoanalisi si riferisce a una particolare struttura psichica che raccoglie i sentimenti amorosi e aggressivi che il bambino prova rispettivamente nei confronti della madre e del padre. Nella forma positiva il complesso si esprime attraverso sentimenti ostili legati al desiderio della morte del genitore dello stesso sesso alimentati da un desiderio libidico di possedere il genitore del sesso opposto.
Si tratta di un fenomeno centrale nella teoria dello sviluppo sessuale che fa la sua comparsa nella fase fallica, verso i tre anni, con una durata che prosegue fino al periodo di latenza, ovvero intorno ai sei anni di età. Secondo Freud il bambino sperimenta sentimenti ambivalenti nei confronti del padre, verso il quale dirige il proprio desiderio di morte e sostituzione, spinto dal bisogno del possesso esclusivo della madre. In questa fase sono frequenti comportamenti quali il desiderio di trascorrere del tempo esclusivamente con la mamma e la naturale tendenza ad allontanare il padre quando è con lei o quando tenta di avvicinarsi con gesti affettuosi, tentativi di intromettersi nei momenti di intimità sessuale e, più in generale, una maggiore ricerca delle cure e delle attenzioni materne.
La natura ambivalente dei sentimenti provati nei confronti dei genitori si riflette anche sulle emozioni che il bambino sperimenta in prima persona, provocando gradualmente senso di colpa e forti conflitti emotivi. Tale conflitto unito all’angoscia di castrazione fornisce una base fertile per sperimentare le differenze all’interno dei ruoli familiari, guidato dai richiami paterni e dai limiti così imposti al soddisfacimento delle proprie pulsioni. In questo secondo momento a causa del complesso di castrazione il bambino sperimenta spesso incubi notturni e attacchi di collera uniti alla percezione di essere punito dal padre a causa delle sue fantasie distruttive. Questa transizione porta il bambino alla graduale rinuncia del desiderio di possedere il genitore del sesso opposto, identificandosi con quello dello stesso sesso e, successivamente, dirottando le sue pulsioni verso un individuo di sesso femminile esterno rispetto al nucleo familiare.
Il contributo di Jung e le ripercussioni in età adulta
Il complesso di Elettra corrisponde alla versione femminile di quello edipico che ricalca la connessione tra sviluppo psichico di entrambi i generi e relativo atteggiamento genitoriale. Si tratta di un concetto elaborato da Jung, in netta contrapposizione con Freud secondo il quale i bambini di sesso maschile sono gli unici ad esperire una relazione caratterizzata dall’amore per un genitore e il contemporaneo odio nei confronti dell’altro.
Nonostante il complesso di Elettra non sia mai entrato a far parte delle teorie della psicoanalisi freudiana, tale nozione offre tuttora importanti spunti circa il legame che si instaura tra padre e figlia e le successive ripercussioni nel corso di vita.
Con questa nozione Jung pone l’accento sulla naturale tendenza, da parte della figlia, di esperire una particolare inclinazione per il proprio padre che si contrappone a un atteggiamento di gelosia nei confronti della madre. Si tratta di uno stadio tipico dello sviluppo normale al quale vanno incontro tutte le bambine. Nel secondo caso quest’ultime provano un’attrazione nei confronti della figura paterna di cui interiorizzano le caratteristiche distintive formandosi un modello maschile.
Ripercussioni in età adulta
Il modello interiorizzato durante lo sviluppo psicosessuale si trasforma, in età adulta, in un’immagine di base che la persona utilizzerà come confronto nelle proprie relazioni sentimentali. In alcuni casi però il complesso non viene superato positivamente, portando la persona nella cosiddetta fase di fissazione che impedisce di incanalare efficacemente le proprie pulsioni, causando spesso la costruzione di relazioni disfunzionali.
Ad esempio padri eccessivamente protettivi possono causare, nelle figlie, l’apprendimento di credenze errate circa le proprie capacità, percepite come insufficienti. Tale percezione le porterebbe a ricercare costantemente il supporto e la protezione da parte dell’altro, minando la propria autosufficienza. In altri casi le figlie femmine possono maturare la cosiddetta “sindrome del principe azzurro”, alimentata dalla percezione di non essere mai amate abbastanza. Ciò avviene a causa della mancata risoluzione del complesso di Elettra, che le fissa ovvero le blocca in uno schema dettato da un’immagine idealizzata del modello maschile paterno impedendole di trovare un partner perché perennemente coinvolte nella ricerca di “quello giusto”.
Tali dinamiche portano la persona a sperimentare una costante insoddisfazione dei propri bisogni che la porta ad abituarsi al rifiuto da parte dell’altro come unica modalità relazionale ritenuta possibile. Lo stesso avviene nel caso della mancata risoluzione del complesso edipico, che secondo la visione freudiana riveste un ruolo cruciale nello sviluppo di molti disturbi psichici.
In entrambi i casi maschi e femmine sperimentano difficoltà causate da problemi di comunicazione dettate dall’incapacità di relazionarsi efficacemente con il sesso opposto, rabbia repressa e altri sentimenti negativi. I particolari processi che si attivano nel tentativo di superare entrambi i complessi possono, nel caso di dinamiche conflittuali con il genitore del sesso opposto, portare a ricercare nel partner caratteristiche opposte rispetto a quelli della figura genitoriale, determinando in entrambi i casi situazioni invalidanti che talvolta influenzano negativamente la sfera dell’intimità associandosi anche alla comparsa di disfunzioni sessuali.
La riproduzione anche parziale è vietata senza previa autorizzazione.
La consulenza online è gratuita.