Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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Dott.ssa Benedetta Mulas

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Stomaco e intestino: il cervello nella pancia

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La maggior parte delle persone tende a considerare mente e corpo come unità distinte. Di fronte a dolori di stomaco o sintomi a carico dell’apparato gastrico si usa pensare unicamente alle cause in senso prettamente medico. Sebbene questo tipo di indagine rappresenti indubbiamente uno step necessario, una volta escluse eventuali cause organiche è importante rintracciare l’origine di questo tipo di malessere indagando anche la sfera emozionale. Più precisamente, in questi casi acquisiscono fondamentale importanza le particolari dinamiche che regolano il rapporto tra il cervello mentale e quello addominale.

Tra neuro gastroenterologia e psicosomatica

L’approccio seguito dagli attuali professionisti sanitari segue un modello di tipo biopsicosociale, che sottolinea la necessità di adottare una visione olistica, ribadendo l’impossibilità il corpo e la mente quali unità separate. Tale posizione segue l’approccio tipico della medicina cinese che in Occidente trova una reale applicazione solo da pochi decenni, mediante la collaborazione tra varie figure professionali che si occupano del benessere della persona a livello psicofisico e non solo organico. 

In particolare la neuro gastroenterologia si configura come una disciplina che si focalizza sul rapporto tra il cervello, lo stomaco e l’intestino, chiarendo le modalità attraverso le quali tali componenti interagiscono tra loro. Tale visione parte dal presupposto medico che, in assenza di lesioni o danni fisici identificabili attraverso esami diagnostici, è necessario rintracciare le cause del disturbo a livello psicologico ed emotivo. Mente e corpo esercitano effetti circolari trattati in senso più ampio dalla psicosomatica, che in questo caso possono esprimersi mediante vari sintomi che spaziano dal gonfiore addominale alla diarrea o alla stitichezza.

Non uno, ma due cervelli

Nella vita di tutti i giorni può capitare di sentire le emozioni a livello viscerale, dalle famose farfalle nello stomaco che accompagnano la fase dell’innamoramento a un improvviso bisogno di andare in bagno a ridosso di esami o di eventi particolarmente stressanti. 

Esiste un particolare nesso tra mente e apparato gastrointestinale che morfologicamente segue un’asse pancia-testa, non a caso spesso si parla di intestino come di un secondo cervello. 

Lo sviluppo embrionale dei due organi segue un andamento inizialmente parallelo che, in seguito, si differenzia per specializzarsi secondo le funzionalità proprie delle due componenti. Superato lo stadio di massimo sviluppo evolutivo è possibile individuare precise somiglianze anatomiche che accomunano cervello e intestino. 

Quest’ultimo è dotato di un sistema nervoso enterico composto da oltre quarantamila neuroni che agisce in modo autonomo ma è costantemente in comunicazione con il sistema nervoso attraverso il nervo vago. Attraverso la mucosa intestinale, l’apparato interagisce con le cellule dei tessuti corporei influenzandone il funzionamento. 

È definito secondo cervello anche grazie alle funzionalità mnemoniche di cui è dotato: l’intestino ha un ruolo attivo nella fissazione dei ricordi e nella produzione di particolari neurotrasmettitori di primaria importanza. Basti pensare che questo secondo cervello è il responsabile della produzione di circa il 95% della serotonina presente nel corpo, una componente associata alla sensazione di benessere.

Di fronte a stimoli potenzialmente pericolosi l’organismo può agire attraverso l’azione diretta di questo secondo cervello etichettando la natura dell’agente esterno in modo analogo a quanto accade a livello prettamente cognitivo e, allo stesso modo, può prendere decisioni circa le reazioni da attivare per preservare la propria incolumità personale. Ciò avviene in modo autonomo ma, come è facile immaginare, le dinamiche attivate a livello intestinale si riflettono sul cervello e sull’intero organismo.

Mente e corpo: due unità indivisibili

In alcuni casi gli effetti possono assumere connotati patologici come accade nella cosiddetta sindrome del colon irritabile, un fenomeno che sintetizza meglio di altri la connessione tra pancia e testa, intestino e cervello. Si tratta di un quadro piuttosto diffuso caratterizzato da precisi sintomi in assenza di problematiche individuate a livello organico. Tali sintomi includono il gonfiore e il dolore localizzato nella zona addominale, cambiamenti nell’aspetto, odore, colore delle feci nonché nella loro evacuazione e altre forme di malessere che includono altre aree del corpo, come mal di schiena ed emicrania. 

Malgrado la sintomatologia si attivi principalmente sul versante somatico, il modello che ne spiega le cause include fattori fisiologici, psicologici e sociali. In tale senso le ricerche dimostrano come lo svolgere professioni stressanti o il lavoro all’interno di ambienti altamente competitivi rappresentano fattori ambientali correlati allo sviluppo del disturbo. Lo stesso avviene per alcune caratteristiche psicologiche, quali la tendenza al perfezionismo, l’assenza di un contatto reale con le proprie emozioni ed i propri stati corporei, la frequente autosvalutazione ed altri elementi di natura psichica che la persona esprime a livello somatico. 

La sindrome del colon irritabile rappresenta solo uno tra gli innumerevoli disturbi che si manifestano sul piano corporeo. Oltre a una sana cura del corpo è fondamentale preservare la propria salute mentale anche attraverso la psicoterapia per prevenire ed affrontare efficacemente problemi legati a difficoltà nell’autoregolazione emotiva e nel riconoscimento dei propri bisogni, iniziando un percorso volto al miglioramento della naturale connessione tra mente e corpo.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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