Dott.ssa Benedetta Mulas
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L’insonnia è un disturbo del sonno che consiste in varie difficoltà che interessano l’addormentarsi e i risvegli, alterando così, in modo più o meno significativo, il ciclo biologico sonno-veglia. Il disturbo è tale se si verifica in normali condizioni, ossia se il contesto è favorevole al riposo ma il soggetto riscontra reiterata difficoltà. Il risultato è una cattiva qualità del sonno che accompagna il soggetto giorno dopo giorno, comportando vari fattori di rischio che influenzano le attività quotidiane.
Definizione di insonnia
L’insonnia colpisce soprattutto persone di sesso femminile ed anziani, con elevati picchi nell’età compresa dai 50 anni in su. Gli insonni primari sono rappresentati soprattutto da donne e anziani, sebbene tale disturbo arrivi a coinvolgere circa il 30% della popolazione totale. La difficoltà nel prender sonno e nel mantenerlo svegliandosi più volte si può riversare sulle ore diurne in quanto il soggetto, non avendo potuto ricaricare sufficientemente le energie, può non possedere lo stesso livello di lucidità e concentrazione abituali per affrontare la routine in ambito lavorativo e sociale.
Tra le varie cause del disturbo troviamo cattivo umore (incluso tristezza o irritabilità), difficoltà cognitive ed eccessivo riposo nelle ore pomeridiane. Affrontare un periodo di cambiamento, un lutto o una fase evolutiva peculiare possono costituire altri fattori che portano alla manifestazione del disturbo, così come un semplice evento spiacevole accaduto nell’arco della giornata a cui si pensa prima di addormentarsi.
Le cause alla base del disturbo
Per inquadrare meglio i fattori che possono scatenare il disturbo dell’insonnia, è utile considerare il modello eziologico dell’insonnia elaborato da Spielman (1987) in cui si identificano tre elementi responsabili: i fattori predisponenti, precipitanti e perpetuanti.
I fattori predisponenti, come suggerisce il termine stesso, racchiudono tutti quei fattori che rendono il soggetto più vulnerabile nello sviluppare la sintomatologia del disturbo. Tra questi rientrano, come già accennato, elementi stressanti non solo di carattere esogeno, ovvero derivanti dall’ambiente che ci circonda, ma anche di carattere endogeno, che guardano quindi alle caratteristiche peculiari del nostro ego. Infatti, al di là degli elementi contestuali che provengono dal proprio contesto di vita, la persona può adottare un atteggiamento tendenzialmente troppo vigile e ansioso, caratteristica che può favorire episodi di insonnia anche di natura cronica. Anche nella vita di tutti i giorni è importante considerare quanto il profilo psicologico del soggetto a volte possa incidere ancor di più rispetto agli eventi quotidiani. Ciò vuol dire che lo stesso evento può associarsi a risposte molto diverse in base al significato che la persona attribuisce a tali eventi.
I fattori precipitanti includono invece tutti quegli aspetti che aggravano ulteriormente la predisposizione del soggetto. Ne sono esempi un evento di non facile risoluzione, una situazione problematica sul posto di lavoro, in famiglia, di salute e così via. In tal caso, l’insonnia può quindi rappresentare una conseguenza, o meglio il risultato di un iper stato di eccitazione dovuto ad un singolo (o spesso molteplici) cause scatenanti.
Infine, al terzo posto troviamo i fattori perpetuanti, categoria in cui rientrano tutti quegli automatismi o abitudini messe in atto dal soggetto che, inconsapevolmente, ostacolano il sonno ristoratore. Un esempio di tali comportamenti disfunzionali reiterati è il timore, prima di coricarsi, di non addormentarsi. Anche nel caso in cui l’individuo fosse predisposto ad addormentarsi, il sentimento di paura preannunciato causa una reazione inutile, accogliendo così il timore e allontanando al contempo il sonno.
Oltre all’approccio psicologico, esistono anche comportamenti scorretti che non favoriscono il ritmo circadiano, come ad esempio un uso prolungato di dispositivi elettronici, aspetto particolarmente rilevante soprattutto prima di andare a dormire, nonché l’assunzione di bevande alcoliche o sostanze psicotrope.
È necessario analizzare a fondo le cause del disturbo dell’insonnia per comprendere quale trattamento possa risultare più efficace sulla base della storia di vita della persona, delle sue abitudini e delle sue caratteristiche psicologiche, tutti elementi che, come abbiamo visto, influenzano l’insorgere e lo sviluppo del disturbo.
Le conseguenze e il trattamento dell’insonnia
L’insonnia può influenzare in modo più o meno rilevante lo stato psicofisico dell’individuo, soprattutto nei casi in cui il riposo è inferiore alle sette ore quotidiane. Secondo i professionisti del settore, infatti, riposare meno di sette ore può comportare o facilitare l’insorgere di malattie cardiocircolatorie o legate a fattori ormonali, causando inoltre irritabilità e iper emotività nei confronti degli altri.
L’insonnia provoca importanti carenze che interessano la sfera cognitiva, come deficit d’attenzione e minori capacità mnestiche e di concentrazione, tutte problematiche che possono influenzare il piano lavorativo oltre a quello sociale e affettivo. Il disturbo può riversarsi su tutti gli ambiti di funzionamento del soggetto e in alcuni casi può provocare anche l’insorgere della paranoia o di un’alterata percezione della realtà esterna a causa di una distorsione dei processi cognitivi che altera la capacità di giudizio.
La psicoterapia può rappresentare un valido aiuto per combattere i disturbi del sonno. Il percorso psicoterapico mira a favorire una corretta rielaborazione del rapporto che il soggetto ha con il riposo, analizzando la fase preparatoria al sonno, nonché tutte quelle problematiche che lo compromettono. Terapeuta e paziente ricostruiscono insieme la storia di vita della persona al fine di individuare i pensieri disfunzionali che accompagnano la fase dell’assopimento. Alla base dei pensieri disfunzionali sono spesso presenti credenze distorte rispetto all’immagine di sé, incluso la propria vulnerabilità, l’insicurezza e il timore di lasciarsi andare e di permettersi di rilassarsi serenamente. Poterci lavorare su, diminuendo il livello di ansia e angoscia di cui il soggetto è vittima, è un valido aiuto per sconfiggere tale disturbo del sonno e riacquistare serenità ed equilibrio psicofisico.
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