Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

Specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo

 

Dott.ssa Benedetta Mulas

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La dipendenza da Internet

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La dipendenza può essere definita come una alterazione del comportamento per la quale un individuo ricerca in maniera esagerata e patologica il piacere o la fuga dalla propria realtà attraverso sostanze o comportamenti che sfociano appunto in una condizione psicopatologica e intaccano significativamente la qualità della vita e il benessere psicofisico della persona.
Internet fa ormai parte della nostra vita quotidiana e nel tempo è aumentata in maniera importante la facilità di accesso alla rete, non più solamente tramite il computer ma anche attraverso gli smartphone e i dispositivi mobili.

Nel 2013 la dipendenza da Internet, meglio conosciuta in letteratura col termine inglese di “Internet addiction disorder” (IAD), è entrata a far parte del DSM IV, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Essa individua una categoria piuttosto vasta di comportamenti diversi che sono però accomunati, come ogni dipendenza, da una forte difficoltà nel controllo degli impulsi e nella gestione e regolazione degli stati emotivi di dolore e angoscia.

Tali comportamenti possono riguardare: la dipendenza cibersessuale, ossia la necessità di scaricare e visionare materiale pornografico quasi sempre associata alla masturbazione compulsiva o il sesso virtuale; il net gaming, ossia la dipendenza dai giochi in rete, intesi come videogiochi, partecipazione ad aste online, il gioco d’azzardo come ad esempio il poker online, lo shopping virtuale compulsivo; la dipendenza dalla relazioni virtuali a discapito della socializzazione reale con la propria famiglia o gli amici “in carne ed ossa”; la dipendenza dai social network, come Facebook, Instagram, Twitter, nella quale la vita viene vissuta in relazione alle conferme che arrivano attraverso i “mi piace” o i commenti ai propri post; il sovraccarico cognitivo che viene dalla ricchezza di dati contenuti nel web e porta le persone ad avere un comportamento compulsavo nella ricerca e organizzazione di essi a discapito delle proprie attività quotidiane.

La dipendenza da Internet è spesso collegata a disturbi psichici preesistenti o a eventi di vita dolorosi e traumatici che ne scatenano la comparsa: la rete diventa la “valvola di sfogo” per ciò che nella realtà non si riesce ad affrontare , la possibilità di un illusorio “paradiso terrestre” nel quale possiamo dare di noi stessi l’immagine che vogliamo e con facilità estrema accedere a ciò di cui sentiamo in bisogno in quel momento per sedare insoddisfazioni e frustrazioni reali.

Gli ambiti della vita quotidiana che vengono intaccati da questa condizione psicopatologica sono:
– l’ambito scolastico e lavorativo, in quanto il rendimento quotidiano in tali attività viene invalidato dalle ore di collegamento prolungato, spesso in ore notturne, che generano stanchezza e alterazioni del normale ciclo sonno/veglia
– l’ambito della salute: le ore passate davanti al pc o ai dispositivi mobili possono generare sintomi fisici quali disturbi del sonno, ritmi di vita irregolare, dolori agli occhi e alla schiena, mal di testa, scarsa attenzione e cura per se stessi
-l’ambito delle relazioni: il virtuale assume sempre più importanza a discapito delle relazioni familiari e sociali “reali”, il tempo a disposizione per esse viene sempre più decimato generando conflitti e distanze nei rapporti significativi della propria esistenza, generando un estraniamento totale del soggetto nei confronti della propria realtà e di tutto ciò che ne fa parte
– l’ambito finanziario, che viene intaccato soprattutto nel caso del gioco d’azzardo online, dei siti pornografici a pagamento, delle aste e dello shopping online.

Si evidenzia un crescendo nella tossicomania da Internet, caratterizzato da una prima fase in cui la persona incrementa sempre più le ore di collegamento, con la conseguente perdita delle ore di sonno, controlla ripetutamente email, social network, chat, siti particolari, giochi online, fino a una vera e propria fase tossicomania nella quale la qualità della vita è ormai significativamente influenzata dalla dipendenza. La rete diventa l’interesse dominante nella vita del soggetto, che sperimenta alterazioni del tono dell’umore (irritabilità se non connesso e conseguente rilassamento appena ne rientra in contatto, ha bisogno di sempre più quantitativi di “droga virtuale” per sentirsi soddisfatto, entra in astinenza qualora ciò non sia possibile (rabbia, frustrazione, malessere, irritabilità) e in conflitto con le persone che ha accanto e che gli fanno notare con preoccupazione i suoi cambiamenti. Ovviamente il conflitto viene vissuto anche con se stesso, con conseguenti promesse a smettere e ricadute tragiche e sempre più intense che lo portano a ricominciare l’attività.

Riconoscere il problema e chiedere aiuto è il primo grande passo per liberarsi dalla dipendenza. Intraprendere un percorso di psicoterapia individuale o familiare è la giusta strada per comprendere le cause profonde del proprio disagio, di cui la dipendenza è solo la punta dell’iceberg, e poterle dunque elaborare e superare. Anche i gruppi di mutuo aiuto e la psicoterapia di gruppo con membri a loro volta afflitti da dipendenze può essere un importante sostegno per condividere le proprie difficoltà e il faticoso recupero della propria serenità, libertà ed equilibrio.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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