Dott.ssa Benedetta Mulas
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Il Disturbo Borderline è un disturbo di personalità caratterizzato da elementi predominanti di impulsività e instabilità che si manifestano nell’ambito delle relazioni, dell’umore e della percezione di sé.
I criteri diagnostici individuati dal DSM IV-TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) per il Disturbo Borderline di Personalità sono i seguenti:
Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da uno (o più) dei seguenti elementi:
L’imprevedibilità e la mutevolezza del comportamento del borderline spesso rende difficile una sua diagnosi. Inoltre, la patologia borderline si trova in uno spazio di confine tra la nevrosi e la psicosi e può avere dunque diversi e molteplici livelli di gravità.
Nella storia personale del paziente borderline si riscontrano spesso comportamenti autolesivi, abuso di sostanze, problemi con la giustizia e con l’autorità in genere, comportamenti di tipo antisociale.
Il paziente borderline si difende dall’invasione dell’angoscia attraverso meccanismi di difesa primitivi quali la scissione, l’idealizzazione e l’isolamento. E’ capace di isolare completamente l’emozione da quello che vive e di raccontare anche gli episodi più tragici in modo freddo e distaccato.
Le persone che vivono accanto al soggetto borderline vengono divise in categorie, buoni e cattivi, e a seconda della categoria cui appartengono idealizzate o svalutate. Capita, poi, che gli individui idealizzati proprio perché tali deludano le aspettative del soggetto e, così come prima erano amate e apprezzate in maniera totale, vengano poi svalutate, disprezzate, odiate in maniera altrettanto totale.
Anche le rappresentazioni e la percezione di sé risultano scisse o non integrate: a volte il soggetto si percepisce in modo assolutamente positivo, altre in modo assolutamente negativo; altrettanto scarsamente integrato è l’atteggiamento: a volte caratterizzato da eccessiva severità altre da eccessiva indulgenza.
Altri meccanismi di difesa, con cui il borderline fa fronte all’angoscia dell’abbandono e della separazione, sono l’attaccamento, il passaggio all’atto o il diniego attraverso il quale nega l’esistenza di emozioni, affetto, pulsioni che vengono così tenute sotto controllo. Il borderline vive la sua vita con un costante e cronico sentimento di vuoto.
Il soggetto vive la relazione con gli altri in modo totalizzante e persecutorio, con la continua angoscia e sensazione di poter essere invaso, fagocitato, distrutto. La relazione non è mai con un oggetto d’attaccamento integrato, ma con un oggetto scisso in opposte posizioni (buono e cattivo).
L’intervento terapeutico ha come primo obiettivo fondamentale l’integrazione dell’Io e la promozione di un rapporto costante con la realtà, al fine di diminuire l’angoscia e il senso di vuoto e favorire una migliore gestione degli impulsi.
In secondo luogo, è importante esplorare le tematiche relative all’abbandono, alla separazione, alla dipendenza, all’aggressività e, nella relazione terapeutica, favorire la costruzione di un oggetto interiorizzato integrato, al quale il soggetto si possa mettere in rapporto in modo stabile senza oscillare tra idealizzazione e disprezzo e che funga come base sicura per l’integrazione del Sé.
Scopo ultimo del trattamento psicoterapeutico della patologia borderline è la costruzione di una identità salda, in grado di avere un buon esame di realtà e di relazionarsi e interagire in modo adeguato.
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